I valori che contano
- di Diego De Silva

Impossibile non affezionarsi a Vincenzo Malinconico, l’avvocato (delle cause perse direbbe lui) protagonista degli ultimi romanzi di successo di Diego De Silva. Già il nome è tutto un programma: De Silva usa epiteti più che cognomi, quindi cosa aspettarsi da Malinconico? Non è esattamente un principe del foro ma è dotato di un certo acume e di una spiccata sensibilità per le condizioni di umana sofferenza quindi alla fine, in un modo o nell’altro, giunge professionalmente a meta. Più che un giurista senza scrupoli Malinconico è un avvocato/psicologo (cito testualmente) anche se la cosa non lo gratifica particolarmente. Che altro dire, la sua ironia, il suo sarcasmo, la sua costante, cinica autocritica, il suo battibeccare padroneggiando alla grande l’eloquio dello sfottò napoletano lo rendono un personaggio unico. Senza accorgertene ti ritrovi a ridere sonoramente. Quando meno te lo aspetti poi Malinconico si lascia andare a momenti di riflessione su argomenti profondi, seppure toccati con leggerezza e spesso in situazioni tragicomiche.
Più che in Divorziare con stile, il romanzo precedente, al centro della storia c’è proprio Vincenzo che si trova in un particolare momento a dare peso ai valori che contano nella vita anche se, per sua ammissione, avrebbe preferito farne a meno (… come dargli torto).
“C’è dell’altro, una specie di intima noncuranza verso gli oggetti, un disinteresse delle cose di cui mi sono circondato e mi servo, come se non me ne fregasse più niente di ritrovarle dove le ho messe, anzi avessi voglia di buttare tutto all’aria, come se –e nel pensarlo mi spavento- volessi vivere un po’ di più. Perché per vivere di più bisogna fare soste brevi, e ripartire subito.”
Accanto a lui c’è Veronica la sua bellissima compagna. Tutti, Vincenzo per primo, si stupiscono che possa accompagnarsi a lui e si sprecano le risate sotto i baffi.
Ultimo ma non ultimo il cliente da assistere: come farà l’Avvocato Malinconico a fronteggiare il caso di una giovane prostituta, figlia di un padre politicamente ingombrante, soprattutto quando il suo collega Benny, titolare dello studio per cui lavora, sembra essere ossessionato da questo incarico? Affrettatevi a scoprirlo, io l’ho fatto e devo dire che appena dopo aver letto l’ultima pagina già sentivo la mancanza del grande Malinconico!!!