E’ quello che ti meriti
- di Barbara Frandino

L’inizio del romanzo è già dentro la storia. Antonio cade da una scala appoggiata ad un albero del giardino. Ha avuto un infarto. Claudia, sua moglie, si avvicina, lo guarda, poi lo soccorre. Imperturbabile, senza nessuna fretta. C’è stato un tempo in cui Claudia e Antonio si sono amati, cercati, stimati, hanno vissuto in maniera complementare assecondando senza timore quel bisogno di esserci l’uno per l’altro che resite anche quando una storia d’amore attraversa momenti di buio. Ma non è più così. Il buio si è fatto intenso ed asfissiante e la voglia di allungare la mano per trovarsi ha ceduto il posto in Claudia ad un istinto distruttivo, ad un disprezzo ingovernabile. E’ accaduto qualcosa di irreparabile e non sa come uscirne, o forse non vuole. Fin dall’inizio del racconto ci accorgiamo di essere nella mente di Claudia. Il racconto segue il flusso dei suoi pensieri, dei suoi ricordi. Una ricostruzione fredda, lucida e spietata di ciò che è avvenuto e di cosa abbia determinato in lei.
“Mi avvicino a mio marito e lo osservo dormire. E’ disteso sul fianco sinistro. Il braccio destro, abbandonato in una strana posizione, sembra l’ala rotta di un grande uccello. Continuo a chiedermi dove siano finiti i suoi muscoli e la sua carne. Che fine abbiano fatto la sua luce e i suoi colori. Sembra una versione in bianco e nero dell’uomo che amavo”.
“…sono sulla porta e sento pronunciare il mio nome. Ho un sussulto: da quanto tempo cerchiamo di non chiamarci per nome? Quando un nome ti delude e perde la sua vibrazione diventa sale sulle labbra”.
Discorso diretto e indiretto si mescolano senza ricorrere alla punteggiatura consentendo di immergersi totalmente in uno stato emotivo di profondo turbamento, di insanabile delusione. Il dolore e la rabbia che Claudia prova sono trasmessi con forza, arrivano potenti come l’immagine di una bocca spalancata che da origine ad un urlo muto di sofferenza. L’odio può essere l’altra faccia dell’amore? Per Barbara Frandino sì.
Un romanzo da leggere, originale nel suo stile dalla innegabilmente efficacia.